domenica 27 luglio 2014

Dopo la beffa Astori, Lotito venda la Lazio a un presidente vero.


La beffa Astori è probabilmente la goccia che fa definitivamente traboccare il vaso.
Il rapporto con i tifosi non era forse mai stato idilliaco, ma qualche laziale, si era illuso che dopo l'indimenticabile serata del 12 Maggio (occasione ancora una volta mancata da Lotito), lo pseudo presidente avesse voglia di riscatto, di farsi perdonare con ogni mezzo dalla gente laziale e invece no...
La vicenda Astori, nella quale per due mesi si è traccheggiato con la speranza di risparmiare quattro spiccioli è l'ennesima conferma che l'attuale dirigenza biancoceleste, Lotito e Tare ndr, non sono assolutamente in grado di ricoprire quel ruolo che per circostanze astratte della vita ricoprono.
Figuriamoci poi, se si osa addirittura rivestire un'alta carica nel calcio italiano, degna riprova ne è la figura barbina fatta dal candidato amico Tavecchio, frase, quella sui calciatori extracomunitari (tra l'altro citando la Lazio), indice non tanto di razzismo ma di vera e propria ignoranza di base.
Quest'ultima, unita all'aspirazione ingorda di potere genera spesso risultati alla lunga catastrofici. Con tutto il rispetto per la piazza, Roma non è Salerno e la Lazio ha una storia e dei numeri diversi che richiedono per forza di cose una gestione differente.
Non me ne voglia Lotito, nè tantomeno Tare che è un semplice dipendente, ma se ci si rende conto di non avere le potenzialità economiche per tenere il passo con chi lotta per traguardi ambiziosi nel nostro campionato e anche, anzi soprattutto, con i cugini dell'altra sponda che senza redigere comunicati di sfottò gratuito, rispondono a colpi di mercato beh... Vendere la Lazio a qualcuno più facoltoso e concentrarsi sulla Salernitana e sulle vicende politiche del nostro calcio sarebbe un gesto lungimirante e forse l'unico vero atto d'amore possibile per la nostra Lazio.

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