Ma lui si sa, è un uomo audace e dopo quattro anni di scandali e una città che chiede pietà, non molla, sta ancora incollato sulla sua poltrona, come un romano seduto su una pensilina in attesa della metro B.
Non c'era Samuele Piccolo, in altre faccende affaccendato, ma sicuramente erano presenti tutti quei "fortunati" che negli ultimi quattro anni hanno trovato un impiego all'interno di un ufficio delle municipalizzate. Parte così la corsa di Gianni verso la ricandidatura a sindaco di Roma, tra porchettate e porcate varie, con un coraggio d'altri tempi. Affermazioni strampalate, come quando asserisce di rappresentare la buona politica al cospetto dell'antipolitica populista, immancabile poi l'attacco alle coppie di fatto, d'altro canto un sindaco che non ama la propria città come può comprendere l'amore tra due persone dello stesso sesso e poi la ciliegina sulla torta, l'affondo alle lobby di potere, peccato però che Caltagirone era dietro l'angolo per acquistare l'Acea ma qualcosa non è andato per il verso giusto, magari se così non fosse stato avrebbe partecipato alla porchettata anche lui.
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