lunedì 30 luglio 2012

Tiburtina: chiusa la corsia centrale per lavori. (Speriamo bene, dicono Luglio 2013)


Inizieranno il 6 agosto 2012 e si concluderanno nel luglio 2013 i lavori i lavori per la realizzazione dell'ampliamento del sistema della rete fognaria di via Tiburtina, nel tratto compreso tra via Casal Bruciato e via di Portonaccio. Per l'avvio del cantiere, nel tratto interessato dai lavori, nove linee di bus - 120F, 163, 163F, 211, 309, 443, 448, N2 e N23 - modificheranno parzialmente il percorso, evitando la corsia centrale di via Tiburtina e transitando sulle via laterali.
L’opera si articolerà in quattro fasi (da agosto 2012 a luglio 2013): la prima, che durerà fino al mese ottobre, interesserà via Tiburtina nel tratto da via Cave di Pietralata fino all’incrocio con via Vincenzo Morello.
Per abbreviare il più possibile la durata degli interventi le lavorazioni non subiranno interruzioni durante i fine settimana e il cantiere comporterà modifiche limitate alla viabilità pubblica e privata: i mezzi pubblici, infatti, non subiranno deviazioni poiché il percorso si sposterà sulle corsie laterali mentre saranno comunque garantite ampie aree di parcheggio all’interno della corsia centrale nei tratti non utilizzati dal cantiere.


Fonte: www.agenziamobilita.roma.it

Per l'assessore De Palo, la famiglia è una questione di calcolo ISEE. Non sarà mica omofobo?


domenica 29 luglio 2012

Romanzo Comunale: 30.000 euro l'anno alla faccia dei giovani laureati.


Provolino, lo chiamavano così Maurizio Lattarulo ai tempi d'oro della banda della Magliana. Quel Romanzo Criminale, serie televisiva tanto criticata dal sindaco Alemanno, presa di mira ad ogni omicidio in stile far west avvenuto da quando governa Roma. Oggi si scopre che uno di quei personaggi era un suo stretto collaboratore, segretario particolare dell'assessorato alle politiche sociali, assunto per chiamato diretta ad oltre 30.000 euro all'anno. Alla faccia dei giovani laureati senza sponsor! Alemanno dimettiti!

giovedì 26 luglio 2012

Lista civica per Roma: tra porchettate e porcate varie. Aledanno ci riprova.

C'erano proprio tutti, perfino Lando Buzzanca. Ma la presenza più imponente era certamente quell'immensa porchetta distesa su un tavolino bandito a festa. La fotografia è sempre la stessa: Alemanno che mangia, ma stavolta gli amici leghisti non ci sono, forse non se la sono sentita, ancora tediati da una pesante indigestione che li ha visti protagonisti su tutte le prime pagine dei quotidiani.
Ma lui si sa, è un uomo audace e dopo quattro anni di scandali e una città che chiede pietà, non molla, sta ancora incollato sulla sua poltrona, come un romano seduto su una pensilina in attesa della metro B.
Non c'era Samuele Piccolo, in altre faccende affaccendato, ma sicuramente erano presenti tutti quei "fortunati" che negli ultimi quattro anni hanno trovato un impiego all'interno di un ufficio delle municipalizzate. Parte così la corsa di Gianni verso la ricandidatura a sindaco di Roma, tra porchettate e porcate varie, con un coraggio d'altri tempi. Affermazioni strampalate, come quando asserisce di rappresentare la buona politica al cospetto dell'antipolitica populista, immancabile poi l'attacco alle coppie di fatto, d'altro canto un sindaco che non ama la propria città come può comprendere l'amore tra due persone dello stesso sesso e poi la ciliegina sulla torta, l'affondo alle lobby di potere, peccato però che Caltagirone era dietro l'angolo per acquistare l'Acea ma qualcosa non è andato per il verso giusto, magari se così non fosse stato avrebbe partecipato alla porchettata anche lui.

martedì 24 luglio 2012

L'acqua non si (s)vende, Alemanno si dimetta.

 "Alemà, se voi vende l'acqua mettete a fa er bibitaro..."

Il Consiglio di Stato ha deciso che il Comune di Roma non può procedere alla vendita, o meglio alla svendita di Acea, senza prima trattare i circa 23.000 ordini del giorno presentati dai consiglieri d'opposizione. Ha provato a fare il furbo il sindaco Alemanno, ma anche stavolta gli ha detto male. Prima si affrontano gli emendamenti e poi si procede alla vendita, ehm...Volevo dire alla svendita.
Il sindaco stamane aveva rilasciato strampalate dichiarazioni, secondo le quali, senza (s)vendita di Acea non potevano effettuarsi più nemmeno le cose elementari, come ad esempio la manutenzione stradale, beh...Magari se avessimo assunto a ragion veduta e non come è stato fatto negli ultimi quattro anni all'interno delle municipalizzate, forse i soldi ci sarebbero.
A pochi giorni dalla "tegola Piccolo", nel giorno in cui tra l'altro il Consigliere Comunale ha presentato le sue dimissioni, il sindaco si trova di fronte all'ennesima sconfitta. Speriamo sia l'ultima, vogliamo le dimissioni, Roma prima di tutto.

Radio Ies censura Gramiccioli, la verità è sempre rivoluzionaria.


L'emittente Radio Ies, nonostante il numero di ascoltatori, dalla prossima stagione ha deciso di eliminare dal palinsesto la trasmissione Ouverture condotta da David Gramiccioli, difficile non comprenderne i motivi: "La verità è sempre rivoluzionaria" diceva Antonio Gramsci, ma la rivoluzione fa ancora troppa paura alla penisola che nel mondo, purtroppo, viene associata troppo spesso alla parola mafia. E allora se esistono ancora persona che hanno il coraggio di dire ciò che pensano, devono farlo, impedendo una simile censura. Inviamo tutti una mail all'indirizzo segreteria@gruppogarofalo.com , il testo potrebbe essere il seguente: "Non esiste salute senza libertà, non potrà mai esserci giustizia senza coraggio. Noi Gente di Ouverture".

Nel frattempo potete leggere le parole postate da David Gramiccioli poche ore fa su facebook:

"Il vostro affetto è la cosa più toccante che abbia mai provato in vita mia. Non esistono parole per ricompensarlo ne per descriverlo. Tuttavia questa nota, nella doverosa premessa, ha un altro scopo; quello di chiarire definitivamente la vicenda Ouverture e il taglio dal palinsesto di Radio Ies, emittente del Gruppo Garofalo, gruppo leader nel settore della sanità privata. Dopo 14 mesi di collaborazione scorsa senza nessuna interferenza editoriale, tuttavia con l'affronto di slittare nell'orario serale del palinsesto la trasmissione, ieri sera, qualche minuto prima di andare in onda, mi veniva comunicata la decisione del gruppo di "tagliare" Ouverture. A casa propria ogni padrone è nel diritto di fare ciò che vuole ci mancherebbe altro e non sto qui neppure a stigmatizzare che un fine rapporto non si comunica negli ultimi 4 giorni di programmazione stagionale, ma bensì nei tempi che dovrebbero garantirsi a un lavoratore per cercarsi un'altra occupazione. Quello che mi preme è pubblicare le parole di commiato: Non è questa la vera informazione(?), parla troppo di pedofilia, ect ect ect, poi il passaggio più comico: " lei dovrebbe farlo diventare un prodotto il suo lavoro". Cioè??? Ma tutti gli editori presso i quali ho lavorato sapevano qual'erano gli accordi e li avevano sempre condivisi e sottoscritti, io non ho sponsor. Tutte cazzate. Questa trasmissione, tutto compreso, gli costava 2.000,00 (duemila euro) al mese. Loro speravano che me ne andassi il giorno stesso che mi comunicarono che Ouverture sarebbe andata la sera, per amor di verità volevano sbatterla dalle 12 alle 14 in prima istanza, fummo poi noi a ottenere l'orario 19-21. Perchè accettai? Perchè Ouverture è una delle rarissime voci libere che esistono nell'universo ed è infatti nella fascia serale che abbiamo raccontato ulteriormente l'orrore della sentenza del processo di Rignano Flaminio. E' nella trasmissione serale che grazie anche agli amici Imma Giuliani e Fabrizio Mignacca e soprattutto al vostro enorme sforzo che il caso di Valentina Salamone non è stato archiviato. Di sera è intervenuto Salvo Cannizzo denunciando l'utilizzo dell'uranio impoverito e gli effetti devastanti sulla salute provocati da queste armi. Lui stesso ha ammesso in diretta di aver ucciso, colpo in testa, un pedofilo che violentava una bambina kosovara. Nell'orario serale Mariam ha denunciato, in esclusiva, dopo 40 anni gli orrori del Paverano di Genova, abusi commessi da un religioso, con la complicità di alcune suore dell'istituto, su bambine che vi dimoravano. Insomma Ouverture doveva restare in vita.
Grazie infinite a tutti voi, dal più profondo del cuore."
David Gramiccioli



lunedì 16 luglio 2012

Intervento radiofonico di Fabio Caravello in merito alla prima pagina del Romanista del 26/06/2012

Di seguito l'intervento radiofonico di Fabio Caravello a Radio Ies, intervistato da David Gramiccioli nel corso della trasmissione Ouverture l'altra Italia in merito alla polemica col direttore del Romanista Carmine Fotia per la prima pagina del 26/06/2012 che invocava l'intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla vicenda del calcioscommesse.


venerdì 13 luglio 2012

Arrestato Samuele Piccolo e Alemanno si dimette?


Di questo sindaco ricorderemo sicuramente gli scandali. L’ennesimo arriva oggi, proprio mentre la metro B1 di fresca e forzata inaugurazione, sta creando non pochi problemi al primo cittadino. Forse ormai ci ha preso gusto e vuole onorare al meglio lo pseudonimo “Aledanno” che da tempo gli è stato affibbiato.
Certo è che se continuerà così gli converrà prenotare un viaggio a Lourdes, oppure, per la gioia di tutti i romani, rassegnare le dimissioni. E’ l’arresto di Samuele Piccolo l’ultima gatta da pelare del sindaco di Roma, ultima in ordine cronologico ma assolutamente di prim’ordine visto il peso del personaggio.
12.000 preferenze personali all’ultima tornata elettorale, quella del 2008 che ha visto Alemanno trionfare come sindaco, 4.000 quelle raccolte soltanto nel suo municipio, l’ottavo. Un numero altissimo e inaspettato che gli è valso il primo posto tra i candidati del Pdl, ma soprattutto una stima improvvisa nei suoi confronti da parte del neosindaco, un numero così alto di voti andava ripagato e allora lo nomina vicepresidente del consiglio comunale e responsabile della sicurezza.
Ha il viso da bravo ragazzo Samuele Piccolo, col vestito da cerimonia sembra quasi un invitato al matrimonio pronto a prendere la prima comunione. Poco meno di trent’anni e il viso liscio come un bambino, ma l’apparenza si sa, spesso inganna. Al di là delle apparenze comunque, quella faraonica campagna elettorale doveva far riflettere, ma si sa, in Italia tutto passa sotto traccia fino a che non ne parlano i giornali.
Ora ci aspettiamo che al più presto sia Alemanno a parlare, stavolta non potrà certo dire di non conoscerlo, com’è avvenuto in passato con qualcuno che l’aveva invitato al matrimonio del figlio. E allora potrebbe finalmente sorprendere tutti, se decidesse di optare per le dimissioni oltre a compiere un gesto dovuto da tempo, recupererebbe molti punti e chissà magari potrebbe anche coraggiosamente  ricandidarsi a sindaco. Stavolta però il Piccolo Samuele, avrà qualche difficoltà a bissare il successo.


Addio ad Alfredo Provenzali, pioniere del calcio romantico.


Era nato in terra di mare Alfredo Provenzali, voce storica di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Genova, città che ha regalato al nostro paese artisti indimenticabili, uno su tutti De Andrè. Quando nasci a Genova si sa hai due chance, o sei del Genoa o sei della Samp e lui aveva optato per i blucerchiati, come l’attore Paolo Villaggio, genovese anche lui.
Fu proprio il Marassi il campo del suo debutto radiofonico, fino ad arrivare al 1992, mentre la sua Samp si apprestava a chiudere un ciclo indimenticabile lui ne iniziò uno altrettanto memorabile. E’ proprio in quell’anno infatti che sostituisce Massimo De Luca alla conduzione del celebre programma radiofonico della domenica. Sono gli ultimi anni prima dell’avvento della pay tv e per strada la domenica capita spesso d’incontrare padri di famiglia, costretti all’uscita settimanale con la radiolina incollata all’orecchio. Dall’altoparlante, voci ormai divenute familiari che descrivono le partite meglio di uno schermo al plasma, sono gli anni del calcio romantico, quello senza nomi sulle maglie, coi numeri dall’uno all’undici e gli scarpini neri più brutti di un autogol al novantesimo.
Amava il suo lavoro e ne aveva carpito ogni lato romantico, lo si capisce ricordando oggi una sua vecchia battuta ritrovata tra i post di facebook dell'amico Claudiuccio Orlandi:
"...se la stessa partita viene raccontata per radio invece che in televisione e magari gli ascoltatori sono 500.000 mila, invece che 6 milioni, io ho trasmesso 500.000 partite diverse, perchè attraverso quello che io dico, quello che ho detto, quello che ho sentito, ognuno da casa sua attraverso l'apparecchio radiofonico, si è creato la sua partita, si è creato il suo evento..." (Alfredo Provenzali)

martedì 10 luglio 2012

Nonno Ugo esiste ancora, la città del mobile non c'è più. Il ricordo di quegli anni però è sempre vivo.



Tra la metà degli anni 80 e l'inizio dei 90 tutti i bambini di Roma e del Lazio avevano un nonno in comune, nonno Ugo. Erano gli anni colorati e spensierati che avrebbero lasciato il posto a un ventennio di graduali ristrettezze economiche fino alla crisi dei nostri giorni.
Di certo in quegli anni c'era ancora tanto spazio per la fantasia di imprenditori medio-piccoli che con un pò d'ingegno e un investimento a buon mercato potevano togliersi qualche soddisfazione. Fu così che a Roma e provincia nacque il mito di nonno Ugo Rossetti.
Ben presto le strade della capitale furono invase da cartelloni pubblicitari del mobilificio Rossetti, in primo piano sempre lui, Nonno Ugo come si fece ribattezzare. Evviva nonno Ugo! Nonno Ugo è il nonno più bravo di tutti! E tanti altri slogan che enfatizzavano la sua figura divennero presto l'ossessione di ogni romano. Ma ciò che ne consacrò definitivamente l'immagine fu un'intuizione geniale: si diffuse a macchia d'olio in tutte le tv locali una trasmissione che aveva come protagonisti i bambini nella sua città del mobile al km 19,600 della via Salaria.
Nonno Ugo divenne il sindaco della città del mobile, e nel simpatico siparietto presero parte diversi personaggi, alcuni già noti al grande pubblico e forse anche in fase discendente come Alvaro Vitali, altri meno noti ma che ben presto avrebbero fatto il  grande salto, come Michela Miti (la maestra di Pierino), Carmen Russo, Serena Grandi, Sabrina Salerno e l'indimenticata Moana Pozzi. Come non ricordare anche il mitico clown Tata di Ovada, che ancor oggi organizza spettacoli per bambini dai 3 a 90 anni (così si legge su un sito che ne pubblicizza l'attività) ed infine il mitico Sputagiò, una macchina colorata che ad ogni martellata ricevuta da un bambino in visita alla città del mobile, sputava dalla bocca un giocattolo. La sigletta divenne ben presto un tormentone, di quelli che ti penetrano nel cervello e ti fanno canticchiare per ore, giorni, lo stesso ritornello: "Nonno Ugo! E il suo grande amico Sputagiò!". Chi, nato tra la fine dei 70 e la metà degli 80 non ha mai sognato di andare alla città del mobile, da Nonno Ugo, per dare una martellata allo sputagiò e ricevere il premio?

E così ricordando quegli anni, e quella bizzarra macchietta, ho deciso di mettermi in viaggio, destinazione Via Salaria, km 19,600.
Lungo la strada, venendo da Roma, il numero dei km progrediva in ordine crescente e arrivato verso il 18 sentivo una strana sensazione dentro di me. Sembrava un viaggio nel tempo, un ritorno verso l'infanzia spensierata. Raggiunto il km 19,600 svolto a destra, già un pò prima ci sono le indicazioni per Mondo Convenienza, uno dei grandi distributori di mobili che oggi ha soppiantato la casa del mobile. La strada è sterrata con qualche buca, capannoni fatiscenti a qua e là, ma prima di raggiungere Mondo Convenienza, un cartello molto grande recita così: "affittasi locali, vendesi mobili antichi, materassi, da nonno Ugo e sotto un numero di telefono". Chiamo e risponde lui in persona, è molto anziano, si sente già dalla voce, ma è arzillo e lucido, mi dice di aspettarlo lì.
A primo impatto non lo riconosco, è invecchiato tantissimo dai tempi delle dirette televisive ed è più basso di come lo immaginavo. Scambiamo quattro chiacchiere con un nipote intorno che spera di prendere qualche soldo con un'intervista, lo fa capire più volte, anche quando bonariamente nonno Ugo mi accenna della sua volontà a scrivere una biografia, intercede di nuovo il nipote ed accenna al lato economico della questione, poi si allontana. Continua la mia chiacchierata ricordando i tempi dello Sputagiò, i ricordi sono a volte lucidi, altre volte sfocati, nel frattempo mi porta in un capannone dove c'è ancora l'insegna Rossetti dell'epoca, il resto è stato tutto affittato a Mondo Convenienza.
All'interno del capannone c'è un forte odore di chiuso, tanti mobili vecchi buttati qua e là e poi tanti cimeli. Le cartoline pubblicitarie dell'epoca, la card Nonno Ugo, i volantini elettorali della sua fallimentare esperienza politica, su una libreria poi sono conservate le videocassette con tutte le trasmissioni.
Lo sputagiò non esiste più, era fatto di cartone mi racconta, ed è stato triturato. Poi apre una sorta di quaderno rilegato, con all'interno tutti gli articoli su di lui e le pubblicità dell'epoca, ogni tanto scoppia a ridere teneramente, come solo gli anziani sanno fare quando rilegge qualcosa che neanche ricordava più, poi mentre ricordiamo le showgirl lanciate da lui, non afferra subito quando gli dico: "Brutta fine che ha fatto purtroppo Moana", e mi chiede: "perchè?", "come perchè?" ribatto io, "è morta nel 94", mi guarda stupito e mi chiede: "davvero è morta? Non lo sapevo mica...". E' il segno del tempo che passa, probabilmente a volte la memoria fa brutti scherzi, ma tutto sommato Nonno Ugo è ancora in splendida forma, un arzillo 85enne che negli anni d'oro ha cavalcato la sua onda, sfruttando al meglio le risorse a disposizione ed oggi vive nella memoria di ogni 30-40 enne come il nonno per antonomasia di una generazione cresciuta con le ginocchia perennemente sbucciate.

Qui di seguito qualche foto scattata all'esterno e alcuni cimeli ricevuti in omaggio:







venerdì 6 luglio 2012

L'Atac non aveva bisogno di cubiste ma di lavoratori.

Un video così avresti dovuto farlo dopo lo scandalo di Parentopoli, per chiedere scusa ai cittadini. Anzi, avresti dovuto dimetterti. Invece hai negato, poi sono uscite foto in cui eri addirittura al matrimonio di qualche assunto eccellente. Hai finito di rovinare Atac, Ama e Acea. Ciò che sta avvenendo è una normale implosione dopo quattro anni di malagestione. ATAC non aveva bisogno di cubiste, ma di LAVORATORI!

Cinecittà occupata, solidarietà ai lavoratori

Contro l'arroganza di Luigi Abete, vicino ai laoratori di Cinecittà. Fabio Caravello c'è!

martedì 3 luglio 2012

Ebbene si, ve lo dico con un linguaggio da trivio: a noi giovani e non solo, ci avete proprio rotto i coglioni!





Quando la corda viene tirata troppo a lungo il rischio di spezzarla è altissimo. Siamo arrivati veramente agli sgoccioli perché quella fune che insistentemente, con la noncuranza che vi contraddistingue continuate prepotentemente a distendere, si sta sfilacciando. E’ il segno che la pazienza sta per finire.


Un governo di non eletti che in nome della crisi sta emanando decreti a gogo ignorando la volontà popolare. Un esecutivo composto da illustri professori e freddi banchieri che (forse anche comprensibilmente) non potrà mai cogliere le istanze e le esigenze dei cittadini comuni.
Un assetto istituzionale composto da vecchi che non riescono proprio ad immedesimarsi nei lavoratori, nei giovani precari o disoccupati, nei disabili, nelle piccole imprese che a stento sopravvivono alla concorrenza dei big.
Si può in nome della crisi, far finta che alcune categorie, le più deboli tra l’altro, non esistano?
In un paese normale la risposta sarebbe scontata, in quest’Italia ormai depredata d’ogni forma di dignità invece, sembra che tutto sia permesso, con ogni mezzo e a discapito di chiunque.
Ma il giorno del giudizio prima o poi arriva per tutti, anche per coloro che credono di essere  invulnerabili, perché il destino nella vita, traccia sempre un cerchio perfetto per tutti. Senza contare che quel paese che state distruggendo, modificando articoli di legge che tutelavano categorie meno forti, bilanciando razionalmente il peso burocratico, è lo stesso paese in cui dovranno vivere (o sopravvivere) i figli dei figli.
Magari un po’ di coscienza nel prendere decisioni di un certo tipo a volte non guasterebbe, in nome della crisi non si possono cancellare diritti conquistati nel tempo, è assurdo tra l’altro, vedere una ridicola coalizione formata da PD, PDL E UDC (fino a ieri pronti a incalzarsi su tutto) approvare a testa china ogni provvedimento proveniente da questo consiglio dei ministri, anche su tematiche che paradossalmente, rappresenterebbero i capisaldi della loro dottrina politica.
E allora, utilizzando un linguaggio da trivio (come dice un Gianfranco Fini oramai sulla via del tramonto politico), mi permetto di parafrasare l’On. Barbato dell’Italia dei Valori e vi dico francamente che in fondo si…A noi giovani e non solo, ci avete proprio rotto i coglioni!